rassegne stampa, interviste, comunicati stampa

giovedì 21 agosto 2008

I silenzi e la sinistra

di Giosué Bove
Caserta, 17 agosto 2008
Questa estate la sinistra e il centro sinistra hanno fatto "silenzio". Con Rifondazione impegnata nel congresso abbiamo sentito solo qulache voce flebile sulle ennesime morti sul lavoro, anche nella nostra provincia. Abbiamo visto poca opposizione, poca indignazione e molta rassegnazione nei confronti della favoletta del Berlusconi netturbino che ha finalmente risolto il problema dei rifiuti, mentre in realtà non ha fatto altro che ripresentare, con un po' di condimento decisionista e nazional popolare, la solita ricetta: aprire discariche su discariche, avvelenare le periferie e le aree interne per mostrare pulito il salotto buono della città, senza fare alcun reale passo in avanti verso la soluzione reale del problema.. Ci sono piovute addosso, e davvero pochi erano gli ombrelli aperti, dichiarazioni "calde" ben oltre le temperature estive, sulla insicurezza delle città, sui clandestini che spacciano e violentano, sugli zingari che rubano e rapiscono, sulla necessità dell'esercito,, proprio mentre l'ISTAT rendeva noto che i reati verso la persona e verso il patrimonio si sono ridotti in questi ultimi 10 anni di oltre il 30% e che invece sono aumentati i morti e i feriti sul lavoro: che dunque la vera insicurezza è nella fabbrica e nei cantieri.

In una bellissima lettera la mamma di Carlo Giuliani, Haidi Gaggio, che ha aderito in questi giorni al PRC, esclama: "C'è chi dice che non è possibile risolvere la crisi della sinistra con un partitino che raccoglie i cocci di altri precedenti, ma io sono una vecchia maestra abituata a lavorare partendo dai dati reali e non mi pare che ci siano in giro molte forze attualmente impegnate ad arginare la gravissima deriva di destra. C'è chi auspica un vasto ed eterogeneo movimento di forze autorganizzate, me lo auguro anch'io ma nel frattempo ho letto dichiarazioni su quanto è bello il nucleare, ho visto arrivare i soldati nelle vie delle città, tanto per fare due esempi, senza un'ombra di opposizione, essendo in quei giorni il Prc chiuso nelle sue stanze, impegnato a discutere del proprio futuro. Menomale che sulle impronte dei bambini Rom si è mobilitata l'Arci e ha fatto qualche dichiarazione la Chiesa, (e "famiglia cristiana", ndr) altrimenti sarebbero passate sotto silenzio anche quelle. E poi c'è la guerra, con le sue stragi; e la guerra quotidiana del lavoro, con i suoi morti; e la guerra della fame, con i suoi annegati; e la guerra della disinformazione, che uccide i cervelli, e davvero non si può aspettare, non dico un mese ma neppure un minuto di più, per rimboccarsi le maniche e andare tra la gente e lavorare a risvegliare coscienze. Così mi sono iscritta, da sinistra e dal basso che più in basso non si può; anche perché, ora che pare non vada più di moda, ora che più di qualcuno ci considera una specie in via di estinzione, mi piace vedere scritta vicino al mio nome la parola 'comunista'.

Con meno poesia ma con identica passione credo di poter confermare che - dopo questa parentesi del congresso, maledettamente necessaria, ripartiremo subito, anche nella nostra provincia. C'è da dire, peraltro, che sulla questione del lavoro da tempo abbiamo chiesto tramite il nostro assessore provinciale Enrico Milani che si accelerino le procedure per l'approvazione della legge regionale proposta dal nostro assessore Corrado Gabriele. Non si può restare fermi a guardare questa strage di innocenti: è ora che qualche competenza sul controllo e sul sanzionamento delle irregolarità passi anche alle province, che aumentino gli ispettori e che soprattutto si diano poteri reali ai rappresentanti aziendali dei lavoratori per la sicurezza, attualmente impotenti perché ricattabili dalle imprese, come platealmente si è visto in questi giorni in una grande azienda come Trenitalia, paradigma "buono" di quello che succede nelle altre imprese.

Insicurezza e precarietà del lavoro saranno i temi centrali delle iniziative di Rifondazione in provincia di Caserta, così come emerso nel recente dibattito congressuale provincaile, già a partire dalle prossime settimane,. E quest'anno ci saranno, (e sottolineo e confermo, ci saranno, contrariamente a quanto riportato, sicuramente in buona fede, da alcuni organi di stampa locale) come ogni anno le feste di Liberazione e le manifestazioni. Dal 1 settembre i giovani comunisti parteciperanno al campeggio che si tiene a Sapri, mentre dal 4 al 7 settembre si terrà la festa di Liberazione a Piedimonte Matese con la presenza di Ramon Mantovani e Claudio Grassi. Domenica 14 settembre andremo tutti a Roma per l'assemblea nazionale di lancio della campagna d'autunno ed entro fine settembre si svolgeranno feste in diversi circoli: per il momento sono in preparazione manifestazioni a Maddaloni, Orta di Atella, Santa Maria Capua Vetere. Mentre nella prima settimana di ottobre la gran parte delle federazioni provinciali del PRC, e tra queste anche quella di Caserta, organizzeranno manifestazioni centrali, generalmente nei capoluoghi, (e dunque noi la dovremmo tenere a Caserta città, anticipata da un capillare volantinaggio davanti ai luoghi di lavoro della provincia), per lanciare la manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi e per una alternativa di società.

Il 14 aprile ci ha consegnato l'inadeguatezza di una sinistra "radicaleggiante" e "sradicata", con un peso elettorale del ceto politico dirigente ed una utilità sociale delle organizzazioni prossimi allo zero. Del resto è questa la situazione in tutta Europa: i partiti "radicaleggianti" cioè caratterizzati da un estremismo parolaio e da un comportamento "opportunista" (sia verso destra, con una subalternità di fatto alle forze moderate, che verso sinistra, con i comportamenti "testimoniali" ma comunque esterni alla concreta dinamica della lotta di classe), e che hanno avuto nello scorcio di fine secolo un discreto ruolo, oggi sono letteralmente tagliati fuori dal sistema politico: non c'è invenzione politicista che tenga, né quelle unitarie, come in Spagna, né quelle identitarie, come in Francia. A sinistra c'è un vuoto, ma esso può essere riempito con una presenza politica critica, matura e radicata, come, per esempio, in Olanda e in Germania. In Italia questa presenza può essere rappresentata da Rifondazione Comunista. E' il momento di concentrare le forze in questo che può diventare davvero il partito della sinistra. E senza rinunciare alla grande impresa di liberare la persona umana dal dominio della merce.

PS: Sono stato accusato di essere evasivo sul tema di chi sarà il prossimo segretario di Federazione. E se ad altri è concesso a me pare non lo sia, in quanto effettivamente sono stato dal marzo 2004 al 15 aprile 2008 il segretario di questa federazione. Non è mia intenzione trincerarmi dietro formalismi e ritualità: diverse compagne e compagni mi hanno chiesto di ricandidarmi alla segreteria provinciale. Io che da tempo penso che sia necessario un sistema rapido di ricambio della dirigenza ho dovuto riconoscere che in questo momento di grande difficoltà questa propensione alla innovazione sarebbe vista piuttosto come una scusa per sfilarsi in maniera irresponsabile, rischiando di "bruciare" casomai qualche compagna o compagno. Per questo io confermerò la mia disponibilità all'incarico, ma con molta laicità e sinceramente aperto a qualsiasi altra soluzione che abbia il consenso del comitato politico. Una disponibilità naturalmente condizionata al quadro politico della federazione che dovrà perlomeno essere "largo" quanto quello nazionale, con almeno tutte le sensibilità che hanno sostenuto il documento di maggioranza e l'elezione di Paolo Ferrero a segretario nazionale, provando in ogni caso ad essere ancora "più unitari", mantenendo in ogni caso ferma la intenzione e la sfida della costruzione condivisa della gestione politica. verso le compagne ed i compagni della mozione Vendola. Siamo passati, per forza e per ragione, al nostro interno dal sistema presidenziale e maggioritario ad un sistema parlamentare e proporzionale, e dunque se queste condizioni non vi fossero o comunque se si presentassero altre opportunità, non vedrei per niente strano ipotesi di innovazione e di discontinuità, o un confronto tra più candidati. L'importante sarà piuttosto lo sforzo per costruire un documento politico di federazione il più possibile unitario e che, dunque, vada oltre le mozioni congressuali. Insomma si, sono disponibile, ma solo se può essere utile a unire quanto più possibile il partito.

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