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martedì 5 agosto 2008

Ferrero a Berlusconi: contro lo spirito della Costituzione lo sbarramento anti-sinistra

(tratto dall'articolo di Romina Velchi pubblicato su Liberazione il 3 luglio 2008)

"Se, infatti, la ragione dichiarata per sostenere la necessità dello sbarramento al 4% o al 5% è di ridurre la frammentazione partitica per garantire la governabilità, essa potrebbe avere persino una sua logica (ancorché non condivisibile) a livello nazionale. Ma cosa c'entra con il parlamento europeo, dove, com'è noto, non c'è da eleggere alcun governo?

In realtà si tratta di un altro tentativo di lasciare fuori dalle istituzioni europee culture politiche considerate di ostacolo alle politiche neoliberiste nel vecchio continente, come se la bocciatura irlandese del trattato di Lisbona non avesse insegnato niente.

Intanto, a quanto pare, l'accordo tra Pd e Pdl è fatto: Fini e D'Alema convergono su una proposta che introduce una soglia di sbarramento elettorale e la fissa al quattro per cento e alza a dieci le circoscrizioni. Per di più, restano due incognite. Intanto la manifestata volontà della maggioranza di non accontentarsi e di puntare ad uno sbarramento del cinque per cento; poi la (voluta?) vaghezza a proposito del recupero dei resti su base nazionale. Non è un dettaglio: l'assenza di tale recupero significherebbe, nei fatti, una soglia di sbarramento ben più alta del già alto quattro per cento.

Naturale la preoccupazione, non solo in casa Prc. Il cui segretario, Paolo Ferrero, ieri ha preso carta e penna per scrivere al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e chiedere un incontro-confronto sulla legge elettorale per le europee. Partendo dalla constatazione (riconosciuta in entrambi gli schieramenti) che «le forze comuniste e di sinistra, pur non essendo rappresentate in Parlamento, sono parte integrante della dialettica politica e sociale del Paese», Ferrero sottolinea la necessità che esse siano ascoltate «su questioni di particolare rilevanza, al fine di avere un quadro completo delle posizioni in campo». Di qui la richiesta di un incontro ufficiale «da tenersi in tempi rapidi»: «E' infatti del tutto evidente - sottolinea il leader del Prc - che la modifica della legge per le elezioni europee, non avendo per altro alcuna giustificazione dal punto di vista della governabilità delle istituzioni europee, avrebbe l'unico ma gravissimo effetto di determinare un ulteriore ed inaccettabile distacco tra il Paese reale e la rappresentanza istituzionale».

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